Nel 1964 nasce la sciovia Belvedere.

450 metri di lunghezza 110 di larghezza 90 di dislivello.

L’onestissimo impianto di risalita Carlevaro e Savio con motore diesel romba che è una bellezza e la gente sale a sciare. Sono gli anni pionieristici dello sci italiano, ci sono pochi mezzi e tanta voglia di fare e di divertirsi, quindi ci si accontenta di poco e quel poco sembra tantissimo.

La vicinanza a Torino e l’operosità della famiglia Dagna(proprietari) aiuta la piccola stazione a crescere velocemente, e nel giro di un decennio ,1974 appunto, viene costruito il secondo impianto.

Lo stesso, denominato “La Comba” con le sue 4 piste da più di un chilometro di discreta e alta difficoltà dà lustro alla sciovia, che a quel punto diventa stazione di appoggio per sci club limitrofi per gli allenamenti agonistici.

Va tutto a gonfie vele, nevica sempre, i prezzi contenuti permettono alla parte operaia di Torino di avvicinarsi allo sci senza incorrere nelle sostenute spese dei grandi comprensori dell’alta valle, e intorno al 1984 si arriva ad avere un afflusso di 400 persone giornaliere di media. Numeri così importanti che convincono la proprietà a costruire un terzo impianto, “La Betulla”, con l’intento di smaltire le code che si vengono a formare alle partenze.

Il 1984 e i due anni successivi rappresentano il punto di massimo splendore delle Sciovie del Lys, dove si arrivati anche ad illuminare la pista Belvedere per poter sciare di notte (prima stazione in Europa a praticare lo sci notturno).

Poi piano piano, complice e il cambiamento del clima che porta ad avere carenza di neve ogni anno, e il benessere degli anni novanta che permette a chiunque di potersi permettere di frequentare i grandi comprensori, inizia la fase discendente.

La Proprietà prova ad intervenire informandosi sulla possibilità di creare dell’innevamento artificiale, ma la carenza di acqua nelle vicinanze e l’altezza limitata della Stazione sciistica fanno da zavorra e quindi non se ne fa nulla. Complici questi problemi, nel momento di dover investire 150 milioni per il rinnovo di vita tecnica dell’impianto La Comba, che è comunque il fulcro della sciovia, la Proprietà ritiene che il gioco non valga la candela, desiste e chiude i battenti nel 2002.

Nel 2010, quattro ragazzi, tre dei quali erano cresciuti su quelle piste, decidono di provare a riaprire l’impianto Belvedere……e il 4 febbraio del 2011 alle ore 09,00 si sente nuovamente il rombo del diesel che fa muovere lo skilift….la stazione e nuovamente in vita, al colle del Lys si scia nuovamente.

E per ora siamo ancora qui,….del doman non c’è certezza….ma per ora siamo ancora qui..